
Bramaterra DOC
2012
ANZIVINO
esame visivo
Rosso granato. Limpido e abbastanza consistente.
esame olfattivo
Si presenta abbastanza intenso e complesso, di qualità fine. Evidenti le note speziate ed eteree, su una base di frutti di bosco e leggere nuance tostate. Fugaci cenni di muschio.
esame gusto-olfattivo
In bocca è secco, caldo e morbido, fresco, abbastanza tannico e abbastanza sapido. Di corpo, equilibrato, intenso, abbastanza persistente e di qualità fine.
conclusioni e abbinamenti
Fondamentale l’ossigenazione! E’ un vino che ha richiesto un lungo arieggiamento per potersi esprimere al meglio. Le note di “ridotto” al naso e la disarmonia iniziale in bocca non mi hanno così colto di sorpresa … piano piano il Bramaterra 2012 di Anzivino ha svelato il suo carattere e la sua decisa personalità.
Un vino pulito, senza troppi “fronzoli”, ben equilibrato, dove il tannino, per quanto già sufficientemente polimerizzato, dice ancora la sua con una prevalenza, forse, dei catechici sui gallici. Sarebbe interessante, in ogni caso, avere dal bravo ed esperto Giuseppe Zatti – l’enologo che, tra le altre Aziende, segue la cantina Anzivino – qualche informazione in più sulle modalità adottate per la macerazione e sul tipo di botti utilizzate; volendo azzardare una ipotesi, direi botti grandi o, comunque, tonneau con un certo numero di passaggi alle spalle, considerando peraltro il soggiorno di almeno 18 mesi in legno.
La significativa presenza di Croatina, Uva Rara e Vespolina (tot. 40%), al fianco del più aristocratico Nebbiolo (qui chiamato Spanna), conferisce una più marcata identità territoriale rappresentata, oltre che da un tannino più “selvaggio” e da un finale non eccessivamente lungo, anche da un piacevole e leggero retrogusto amarognolo. Un vino che si lascia bere con piacere, che non sembra interessato a strizzare l’occhio ai critici d’oltreoceano e agli amanti dei vini “palestrati”, ma che incontra sicuramente le preferenze di chi ama il vino franco, con le proprie radici ben piantate nella storia, nelle tradizioni e nella cultura locale.
Sicuramente armonico e maturo. Non credo possa migliorare ulteriormente lasciandolo riposare per altro tempo, quindi … stappatelo e apprezzatelo nel suo apogeo, alla temperatura di 18°C.
Da abbinare sicuramente a pietanze saporite, succulente e ricche di intingolo: carni rosse e selvaggina da pelo e da piuma; formaggi stagionati. Limiterei, tuttavia, l’uso di spezie troppo forti e la presenza eccessiva di grassi (strutto, lardo ecc.).
Provo così a immaginarmi un bel piatto di pappardelle al ragù di capriolo o, come secondo, una pernice in salmì … che ne dite?
Paride Leali
sommelier