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Pinotage 2018 – Diemersdal

Durbanville W.O.

Pinotage

2018

Diemersdal Pinotage 2018

DIEMERSDAL ESTATE WINE

SCHEDA ANALITICO-SENSORIALE

visivo

Limpido, consistente, rosso rubino intenso con riflessi porpora sull’unghia.

olfattivo

Intenso, ampio, di qualità fine. Fruttato evoluto, tostato, speziato, vagamente minerale: confettura di ciliegie, prugne cotte; note boisé, vaniglia, cacao; cenni di grafite.

gusto-olfattivo

Secco, caldo, morbido; fresco, abbastanza sapido, abbastanza tannico. Robusto, equilibrato, intenso, persistente, di qualità fine.

conclusioni e abbinamenti

Pronto e armonico; credo possa affinarsi in bottiglia e mantenersi in ottimo stato per altri 2 o 3 anni, se ben conservato.

La circoscrizione (ward) di Durbanville sorge a nord di Città del Capo, nel distretto di Cape Town all’interno della regione Coastal Region che, a sua volta, è compresa nella unità geografica di Western Cape. Durbanville condivide il distretto di Cape Town con le circoscrizioni Costantia, Hout Bay e Philadelphia.

Il vitigno Pinotage rappresenta l’emblema della vitivinicoltura sudafricana, posizionandosi al terzo posto nella produzione di uve a bacca scura, dopo Cabernet Sauvignon e Shiraz (Syrah). Per quanto venga oramai considerato un vitigno autoctono, in realtà si tratta di un ibrido a maturazione precoce creato nel 1925 da due vitis vinifera, il Pinot Noir e l’Hermitage (oggi meglio conosciuto come Cinsault).

Il Pinotage 2018 di Diemersdal viene vinificato in purezza. Dopo una fermentazione di circa 5-7 giorni in tini aperti, viene fatto maturare in barrique da 225 litri per circa un anno; le barrique sono per il 30% di primo passaggio. In bocca l’apertura è decisamente fresca e molto intensa, di forte impatto; evolve con elegante morbidezza, corpo pieno e rotondo, con tannino ben polimerizzato che sembrerebbe derivare più dai gallici del legno che non dai catechici del frutto; chiusura lunga, ancora fresca, sulla ciliegia che riecheggia insieme alla leggera speziatura.

Il passaggio in barrique lascia il suo segno “sornione” prevalentemente sulle eleganti note tostate e vanigliate; per quanto dosato con discrezione – nel rispetto della identità e personalità del vitigno e nel giusto equilibrio con il frutto – si percepisce l’intenzione di voler “fare l’occhiolino” ad un target internazionale.

Gli abbinamenti devono tenere conto del fatto che siamo dinanzi ad un vino di ottima struttura e spiccatamente fresco in tutto il suo percorso gustativo, dalla buona alcolicità e sicuramente persistente, soprattutto sulle sensazioni di freschezza. Andremo così a prediligere pietanze strutturate, di buona grassezza, succulente e sapide, persistenti, anche un po’ speziate. Eviteremo tuttavia piatti con tendenza acida, quindi con salse e intingoli a base pomodoro, per fare un esempio, ovvero cotture o abbinamenti in agrodolce. E per finire, chiuderemo il nostro pasto con formaggi grassi stagionati o semi-stagionati a crosta lavata e pasta semidura, come il Taleggio o il Puzzone di Moena.

Ricetta consigliata* : GULASH UNGHERESE
* Link diretto alla ricetta presente sul sito web  ©cucchiaio.it

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La nostra valutazione: 85/100

NOTA: la analisi organolettica e la valutazione del vino in centesimi presenti in questa scheda tecnica sono da intendersi esclusivamente come espressione di un giudizio personale, derivante da una analisi visiva e gusto-olfattiva del prodotto. Non vi è pertanto alcuna valutazione di natura oggettiva derivante, ad esempio, da analisi tecniche di laboratorio (biochimiche e/o fisiche), né vi è intenzione alcuna di fornire al lettore indicazioni sulla qualità oggettiva del vino analizzato. Per maggiori dettagli sul regolamento delle degustazioni, clicca qui.

Paride Leali

sommelier