LIGURIA
Piccola regione che si estende per 5.420 chilometri quadrati di superficie, montuosa per il 65% circa e collinare per la parte restante. Confina a nord con il Piemonte ed Emilia Romagna, a est con la Toscana, e si affaccia a sud sul Mar Ligure, con i suoi 346 chilometri di costa disposta ad arco. Se escludiamo l'entroterra montuoso formato dall'arco alpino e appenninico, il clima è tipicamente mediterraneo sia sulla costa che nelle zone collinari, con estati poco piovose, luminose e abbastanza ventilate, ed inverni mitigati dalla azione del mare. Fanno eccezione i rilievi interni che, oltre a risentire di un clima semi-continentale e della azione refrigerante del vento Mistral (da nord-ovest), sono spesso interessati da precipitazioni e addensamenti nuvolosi causati dai venti umidi di libeccio (sud-ovest) e scirocco (sud-est). Non mancano tuttavia alcune zone che possiedono un microclima particolare, tra cui la città di Genova che, a causa della scarsa protezione a nord, risente delle correnti continentali di Tramontana provenienti dall'entroterra, che causano repentini abbassamenti di temperatura in inverno; o come alcune altre zone che, al contrario, permettono la coltivazione di piante tropicali e fiori anche durante i mesi invernali. La coltivazione della vite, come intuibile, si svolge quasi esclusivamente nelle zone collinari, in terreni che si presentano di origine marnoso-calcarea con residui organici nel ponente, oppure argilloso-calcarei misti a sabbie nel levante.
La Liguria comprende 8 DOC e nessuna DOCG, per un totale di circa 31.300 ettolitri di vino a denominazione d’origine prodotti nel 2016, che rappresentano lo 0,15% della produzione nazionale di vini DOP. Le 4 IGT, le cui produzioni sono ovviamente escluse dai dati sopra indicati, sono: Colline del Genovesato, Colline Savonesi, Liguria di Levante, Terrazze dell’Imperiese. Sempre nel 2016, la produzione di uva destinata ai vini DOP si è attestata intorno ai 45.300 quintali, per un totale di circa 500 ettari vitati su 903 denunce (1). Occorre tuttavia tenere in considerazione che la Colli di Luni DOC è condivisa con la regione Toscana, per una produzione complessiva di circa 8.600 ettolitri di vino DOP, su una superficie di circa 135 ettari vitati. Tra i vitigni con maggiore penetrazione nella produzione di vini DOP, troviamo il Pigato, il Vermentino e il Bosco per le uve a bacca bianca; il Rossese per quelle a bacca scura.
Sicuramente, la denominazione di maggiore rilievo della provincia di La Spezia è la Cinque Terre DOC, che viene ricordata principalmente per il suo raro e pregiato vino bianco dolce passito naturale, il Cinque Terre Sciacchetrà DOC, prodotto con uve parzialmente appassite. Concorrono alla base ampelografica il Bosco per almeno il 40%, Vermentino e/o Albarola per un massimo del 40%. La versione riserva prevede almeno tre anni di invecchiamento prima della commercializzazione. La Cinque Terre DOC, che nel 2016 ha prodotto, in totale, circa 2.150 ettolitri, propone anche un vino bianco secco con la medesima base ampelografica; vini del tutto analoghi nelle sottozone di Costa de Sera, Costa de Campu, Costa da Posa.
La Colli di Luni DOC è una denominazione condivisa da La Spezia con la provincia toscana di Massa, dove risultano interessanti i due vini bianchi con menzione di vitigno: Vermentino, anche in versione superiore, e Albarola (90% minimo per il Vermentino e 85% per Albarola). Il Vermentino lo ritroviamo anche nel Colli di Luni Bianco, insieme al Trebbiano Toscano. Si aggiunge il Colli di Luni Rosso, anche riserva con almeno 2 anni di invecchiamento, che prevede un minimo del 50% di Sangiovese, a cui si aggiungono altre uve a bacca scura autorizzate dal disciplinare. Questa denominazione ha prodotto, complessivamente, 8.610 ettolitri di vino nel 2016.
Non molto differente la Colline di Levanto DOC, sempre in provincia di La Spezia, che produce poco più di 500 ettolitri; il Colline di Levanto Bianco viene prodotto prevalentemente con Vermentino, Bosco e Albarola. Con menzione di vitigno viene tuttavia prodotto solamente il Vermentino, con almeno l’85% del vitigno. Si aggiunge il Colline di Levanto Rosso, anche in versione novello, principalmente con Sangiovese e Ciliegiolo.
Spostandoci nel genovese, al Vermentino si predilige affiancare il vitigno Bianchetta genovese, mentre tra i vitigni a bacca scura predomina il Ciliegiolo, a cui si aggiunge il Dolcetto in quantità meno significative.
Nella Golfo del Tigullio-Portofino DOC, o Portofino DOC, nel 2016 si sono prodotti 2.430 ettolitri, tra cui alcuni interessanti vini bianchi con menzione di vitigno, utilizzando per almeno l’85% i vitigni Vermentino o Bianchetta genovese o Scimiscià, quest’ultimo un vitigno autoctono prodotto in piccole quantità, chiamato anche Cimixà. Con il Moscato Bianco si produce invece un vino in purezza, anche in versione passito naturale. Ciliegiolo e/o Dolcetto entrano, congiuntamente o disgiuntamente, per almeno il 60% nella base ampelografica del Portofino Rosso e del Rosato, fermi o frizzanti, mentre il Ciliegiolo viene proposto anche con menzione di vitigno, sempre con un minimo del 85%. Il Portofino Bianco, con Vermentino e/o Bianchetta genovese, congiuntamente o disgiuntamente per almeno il 60%, viene proposto fermo, frizzante, spumante e passito. Vini del tutto analoghi nella sottozona Costa dei Fieschi.
Rimanendo nella provincia di Genova, la denominazione Valpolcevera DOC – compresa la sottozona Valpolcevera Coronata – risulta oramai del tutto trascurabile poiché nel 2016 ha prodotto solamente 84 ettolitri, su 1,4 ettari vitati. Comprende vini bianchi, rossi e rosati con le stesse basi ampelografiche: prevalenza di Vermentino, Bianchetta genovese e Albarola, congiuntamente o disgiuntamente, per il Valpolcevera Bianco (Vermentino e Bianchetta genovese proposti anche con menzione di vitigno, per almeno l’85%); prevalenza di Dolcetto, Sangiovese e Ciliegiolo, congiuntamente o disgiuntamente, per i Valpolcevera Rosso e Rosato. Il Valpolcevera Bianco viene proposto anche in versione spumante e passito, mentre il Rosso e il Rosato sia fermi che frizzanti.
Nelle province di Savona e Imperia, il vitigno predominante è il Pigato, al quale si affianca ancora l’onnipresente Vermentino, e alcune produzioni di Favorita in provincia di Imperia, e di Rossese Bianco in provincia di Savona; tra le uve a bacca scura, Rossese e Dolcetto la fanno da padrone.
Il Pigato e il Vermentino vengono proposti con menzione di vitigno (min. 95%) e vinificati spesso in purezza nella Riviera Ligure di Ponente DOC, la denominazione più produttiva della regione che interessa le province di Savona e Imperia, toccando anche l’estremo ovest della provincia di Genova. Entrambi sono prodotti anche in versione superiore e dolce passito. Il Moscato viene proposto in purezza, vino dolce frizzante, oppure in versione passito o vendemmia tradiva.
Interessanti i rossi di questa denominazione, prodotti con Rossese in prevalenza (min. 90%) o in purezza; degno di nota il Riviera Ligure di Ponente Granaccia DOC, prodotto con uve Alicante in prevalenza (min. 90%), e proposto anche in versione dolce passito. Tra le sottozone della Riviera Ligure di Ponente DOC: Quiliano, Albengalese e Finalese in provincia di Savona; Riviera dei Fiori e Taggia in provincia di Imperia. Producono più o meno le stesse tipologie di vino della denominazione madre. Degno di nota è il Moscatello, monovitigno prodotto nella sottozona Taggia con uve Moscato Bianco, anche in versione frizzante, vendemmia tardiva e dolce passito naturale. In totale, la Riviera Ligure di Ponente DOC ha prodotto quasi 14.300 ettolitri nel 2016, su circa 237 ettari vitati.
Il vitigno Rossese trova la sua massima identità nella denominazione Rossese di Dolceacqua DOC, o Dolceacqua DOC, in provincia di Imperia, proposto in purezza o con un minimo del 95%, anche in versione superiore. Sono stati prodotti, nel 2016, poco più di 2 mila ettolitri, su circa 49 ettari.
Sempre in provincia di Imperia, il Dolcetto ligure esprime invece il suo carattere migliore sotto la Pornassio DOC, o Ormeasco di Pornassio DOC, dove sono stati prodotti, nel 2016, circa 1.230 ettolitri su una superficie vitata di 24 ettari. Qui chiamato Ormeasco, il vitigno Dolcetto viene proposto con un minimo del 95% anche nelle versioni superiore, dolce passito e passito liquoroso. La denominazione produce anche una versione rosè sotto il nome di Sciac-trà, da non confondersi con il Cinque Terre Sciacchetrà DOC.
Sono di seguito riportate le D.O.P. vinicole della regione Liguria.
D.O.C.G.
La Liguria non comprende DOCG.
D.O.C.
- Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà
- Colli di Luni *
- Colline di Levanto
- Dolceacqua o Rossese di Dolceacqua
- Golfo del Tigullio-Portofino o Portofino
- Pornassio o Ormeasco di Pornassio
- Riviera Ligure di Ponente
- Val Polcévera
* Denominazioni interregionali
I vitigni sono elencati in ordine decrescente, rispetto agli ettari vitati denunciati.
Sono inoltre evidenziati, con i punti elenco, i soli vitigni coltivati su superfici vitate complessive superiori a 100 ettari, per ciascun vitigno.
- Vermentino
- Pigato
- Rossese
Albarola, Dolcetto, Sangiovese, Bosco, Lumassina, Merlot, Bianchetta Genovese, Ciliegiolo, Trebbiano Giallo, Trebbiano Toscano, Biancame, Barbera, Alicante, Montepulciano.
Sono elencati solo alcuni tra i produttori della regione, suddivisi per provincia.
Click/tap sul nome, per essere reindirizzati al sito ufficiale del produttore.
La Spezia
- Buranco
- Cantina dei Tobioli
- Cantine Litàn
- Capellini
- Cooperativa Agricoltori Vallata di Levanto
- Giacomelli
- Il Monticello
- La Baia del Sole
- La Cantina Levantese
- Ottaviano Lambruschi
- Lunae
- Azienda Agricola Possa
- Prima Terra
- Santa Caterina
- Tenuta La Ghiaia
Genova
Savona
Imperia
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- Mappa principale delle province: Cartina regionale by Vonvikken [Public domain], from Wikimedia Commons. Mappa enografica delle Denominazioni d’Origine tratta da “V.Q.P.R.D. d’Italia 2017” di FEDERDOC. Le eventuali altre mappe geografiche, ivi comprese le mappe satellitari a colori se presenti, sono state tratte da ©Google Maps.
- Alcuni dati e informazioni tecniche, derivano dal sito ufficiale FEDERDOC con aggiornamento al 2018. I dati sulla produzione possono variare sensibilmente da un anno all’altro.